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Orizzonti del benessere allargato

Come sta cambiando l’universo della bellezza e del benessere? Domanda che si pongono in molti, da prospettive diverse… Anche per l’estetica professionale è tempo di nuovi progetti.

Dalla Redazione – di Silvia Fossati

Ormai è un dato di fatto: il concetto di bellezza e di cura di sé ha abbracciato settori affini e complementari: alimentazione, fitness, turismo, sport e tempo libero, ambiente e design… Il benessere è diventato un valore in sé, da declinare nei vari ambiti che coinvolgono la qualità di vita delle persone. E, considerato che il nostro mondo “beauty” rappresenta oggi uno dei motori dell’economia nazionale, dovrà saper dare nuovi impulsi alla propria crescita ed evoluzione. Tentiamo allora di individuare alcune importanti indicazioni e tendenze per capire in che direzione si muove il mercato e quali potrebbero essere le possibili sinergie. Appare infatti chiaro che la risposta alle necessità di relax, benessere e bellezza è oggi più che mai multipla, come è facile osservare dallo sviluppo di spa e centri lussuosi accanto a strutture termali e grandi alberghi, oppure di palestre cosmopolite legate a noti villaggi vacanze piuttosto che ad altre multinazionali dello svago. Luoghi dove si trova davvero di tutto: da cibo raffinato e dietetico fino a parrucchieri di grido per un rapido colpo di phon.

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Anche la tecnologia si addolcisce e si ammanta di morbidezza e semplicità. Ecco che un look dalle linee sinuose alleggerisce le più moderne appa- recchiature da cabina, mentre anche nelle attrezzature più comuni si diffondono forme e materiali dall’aspetto più ricercato rispetto agli standard cui eravamo abituati. L’interazione con le apparecchiature diventa inoltre sempre più emozionale e piacevole, siano esse sofisticati manipoli che effettuano un massaggio o laser che scandiscono l’epilazione con effetti di luce. Sono ormai scomparsi i software complicati dalle mille funzioni difficili da impostare, sostituiti da display touchscreen che auto-regolano i trattamenti e possono essere rivolti verso il cliente. Certo prodotti, strumenti e attrezzature contano, ma l’ambiente dove prendersi cura di sé e mantenersi in forma come sarà? Sempre più rilassante, sensoriale e coinvolgente, con diverse zone, anche per gestire momenti di pacata convivialità.

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Le parole d’ordine sono: proteggersi, coccolarsi, rallentare il ritmo per ritrovare il nostro tempo interiore vessato da quello inumano della “produzione ad ogni costo”. Senza però sentirsi troppo isolati: la solitudine è uno spettro che incombe sulle vite veloci della civiltà contemporanea. tormentate da smartphone, e-mail e social media. Di sicuro po- tremo ingentilire il centro estetico grazie alla creazione di particolari atmosfere olfattive, ad esempio attraverso la diffusione uniforme di aromi, magari fornita da appositi apparecchi. Ma non basta lo stile né il design raffinato realizzato con l’aiuto di un architetto per fare di un centro benessere un luogo di piacere. Come ben sanno i professionisti che si dedicano alla loro progettazione, il tallone d’Achille di questi luoghi è fondamentalmente uno: la formazione del personale. Sì, perché la clientela di oggi è costituita da persone che viaggiano, paragonano e sanno giudicare l’assistenza che ricevono. Si tratta di “palati difficili” che ricercano risposte e soluzioni specifiche in varie aree: bellezza, medicina estetica preventiva, alimentazione, fitness, tecniche di rilassamento, comunicazione e psicologia. È inutile creare ambienti curati se poi il personale non ha abbastanza preparazione e carisma per prendersi cura delle persone che vi affidano il proprio benessere.

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Proviamo quindi a fare un’analisi, riferita al centro estetico, in termini di aspettative del cliente.
La prima aspettativa consiste nell’individuazione dell’estetista come figura chiave, ovvero l’esperta che divulga e applica i metodi della cura di sé. La seconda aspettativa riguarda il “saper fare”, ovvero la preparazione professionale e la qualità della prestazione in termini di prodotti, trattamenti, abilità manuali e operative. La terza aspettativa è rappresentata dalle doti relazionali, ovvero la capacità di accogliere mettendo a proprio agio, di instaurare un rapporto personalizzato, di ascoltare i bisogni e dare consigli (spiegando e informando). Uniamo ora le tre aspettative, per ottenere una frase che sintetizza il ruolo – e l’essenza stessa – dell’estetista: la figura chiave del mondo della bellezza e del benessere, altamente professionalizzata, inserita in un contesto di forte capacità relazionale. Sarebbe allora da promuovere una cultura nuova del centro estetico e di chi vi opera, magari con l’adozione di un sistema “a stelle” proporzionale a requisiti di cura dell’ambiente, tipologie di servizi offerti e livello di specializzazione nei vari trattamenti, preparazione degli addetti… In tal modo l’eccellenza dei risultati e del relax sarebbe garantita!

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