Al momento stai visualizzando Acqua, ingrediente di bellezza

Acqua, ingrediente di bellezza

di Silvia Fossati

La più importante sostanza sul nostro pianeta è la più importante anche nei cosmetici.

Il 22 marzo di ogni anno, si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 con lo scopo di richiamare l’attenzione pubblica sull’importanza della risorsa acqua e di promuovere un suo consumo più responsabile e consapevole organizzando attività concrete in tutto il mondo. Uno degli obiettivi principali della Giornata mondiale dell’acqua è sostenere il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 6: acqua e servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030. Il tema di quest’anno si concentrerà sulle acque sotterranee, e il giorno stesso verrà pubblicata l’edizione 2022 del Report delle Nazioni Unite WWDR dal titolo “Groundwater: making the invisi- ble visible”, che descrive le sfide e le opportunità connesse allo sviluppo, gestione e governo delle acque sotterranee nel mondo rispetto ai tre principali settori di utilizzo (agricoltura, uso potabile e industria) e alle interazioni con gli ecosistemi, anche in relazione ai cambiamenti climatici (www. worldwaterday.org).

Leggi anche l’articolo Il corretto check up della pelle

H2O: AMICA DELLA PELLE

Fin dall’antichità ritenuta dai filosofi uno dei quattro elementi costitutivi dell’universo insieme al fuoco, all’aria e alla terra, l’acqua è una molecola formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. È l’unica sostanza che si trova in natura nei tre stati di aggregazione – solido, liquido e gassoso – e ciò che caratterizza l’acqua rispetto a molti altri liquidi è la sua polarità, che le permette di sciogliere moltissime sostanze, tra cui numerosi sali minerali e oligoelementi. Inoltre, è proprio la presenza di acqua che rende unico il nostro pianeta, rispetto a tutti gli altri del sistema solare. Semplice e indispensabile per tutti gli esseri viventi, l’acqua nell’uomo rappresenta circa il 70% del peso corporeo e la pelle ne contiene la maggior parte (in percentuali variabili dal 70 al 20 nei diversi strati cutanei). Questi numeri, ribaditi spesso quando si parla di idratazione, evidenziano il ruolo da protagonista che l’acqua ricopre nella vita del nostro corpo e del suo più grande e “fedele” biglietto da visita: la pelle, uno dei maggiori organi per estensione e peso (5 kg e circa 2 m2 di superficie). La pelle idratata è quella che, contenendo il corretto grado di umidità, conserva le sue caratteristiche di morbidezza, elasticità e resistenza, e le sue funzionalità protettive contro le aggressioni ambientali. L’acqua nella pelle imbeve la cheratina di cui sono costituite le cellule superficiali e inoltre, emulsionata con i lipidi cutanei, forma un cemento protettivo su di esse: se non esistesse questo “scudo” multistrato, ci asciugheremmo molto rapidamente all’aria secca, o ci rigonfieremmo ogni volta che facciamo un bagno. Anche i capelli contengono acqua, che li rende più flessibili e resistenti agli urti.

Leggi anche l’articolo L’influenza degli ormoni sulla pelle

@freepik.com

In genere l’acqua nei tessuti può essere definita “libera”, ovvero non legata strettamente ad altre sostanze, oppure “coordinata”, ovvero che circonda sostanze con cui è particolarmente affine (ad esempio ogni molecola di acido ialuronico coordina fino a 300 molecole d’acqua), o infine “legata”, costituita cioè da molecole strettamente attratte da quelle circostanti ed eliminabile solo ad alta temperatura. Il nostro corpo fa grande economia di acqua: le ghiandole sudorifere sono dotate di un sistema di recupero del vapore d’acqua che ne evita l’eccessiva perdita nell’ambiente. Solo quando le condizioni sono estreme – ad esempio per grandi sforzi o alta temperatura – appare al sudorazione visibile, una vera perdita d’acqua e sostanze saline utili.

IN COSMETOLOGIA

L’acqua è alla base della maggior parte dei prodotti cosmetici, ed è principalmente usata per diluire le sostanze e dare la giusta fluidità alle soluzioni. Serve come “veicolo evaporante”, ovvero quale trasportatore di sostanze sulla pelle, che lentamente si disperde nell’ambiente o viene assorbito dallo strato corneo, ad esempio nei tonici e nei sieri. Nelle emulsioni crea compartimenti di sostanze idrosolubili, separate da quelle oleosolubili. Nei gel acquosi assume una viscosità adatta a rendere i prodotti stendibili ma consistenti. Nelle maschere, dà freschezza ed effetto calmante sulla pelle. Nella detersione, oltre che per sciogliere le sostanze schiumogene e veicolarle sulla superficie da pulire, serve ad allontanare lo sporco distaccato dalla pelle.

Leggi anche l’articolo Mai più senza tonico

@freepik.com

Nel trattamento della pelle secca, imbeve la cheratina superficiale e la rende più elastica e plastica. Ovviamente l’acqua è fondamentale nei preparati idratanti: fungendo da solvente delle sostanze idrofile, quali i biopolimeri naturali in grado di formare un film sullo strato corneo e in grado di trattenere l’acqua senza occludere, mantiene il giusto grado di idratazione dell’epidermide e consente alla pelle di essere sempre idratata. Ma che acqua si usa in cosmetica? Non l’acqua di rubinetto: essa contiene infatti disciolti gas, sali ed elettroliti e, oltre ad avere un’influenza negativa sulla stabilità dei prodotti, dal punto di vista microbiologico non è propriamente pura. Per essere usata nelle formule deve essere demineralizzata e sterile, ottenuta ricorrendo al metodo della “distillazione” o a quella dello “scambio ionico”, oppure sottoponendola a forte pressione attraverso membrane che non lasciano passare i sali (acqua osmotizzata). Tutti questi sistemi sono molto complessi, e associati a sistemi di eliminazione dei batteri. L’acqua infatti, come “culla” della vita cellulare, ha però anche i suoi inconvenienti: batteri, funghi e lieviti proliferano abbondantemente in una sufficiente quantità d’acqua, obbligando all’uso nei cosmetici (e non solo!) di sistemi antibatterici non sempre ben compatibili con la pelle. 

In questo ambito è importante evidenziare come lo scopo dei conservanti in una formula sia quello di tutelare la sicurezza dell’utilizzatore, garantendo un’adeguata protezione del prodotto durante tutta la sua vita (dall’immagazzinamento alla presenza sul mercato e per tutto il periodo di utilizzo dopo l’apertura). I conservanti vengono spesso utilizzati in miscele sinergiche, in modo da risultare efficaci nei confronti di un ampio spettro di microrganismi, e impiegati nelle quantità minime necessarie per raggiungere l’effetto preservante e al contempo evitare quanto più possibile fenomeni di sensibilizzazione. Il loro uso è totalmente sicuro, oggi inoltre si aprono nuove prospettive per poter formulare cosmetici privi di conservanti sintetici grazie ad alcuni ingredienti naturali in grado di svolgere interessanti attività inibenti nei confronti di alcuni microrganismi: estratti vegetali od oli essenziali ad effetto antisettico e antibatterico, come quello di tea tree o di pompelmo, ben tollerati dall’organismo umano. Per ridurre l’impatto di sostanze che possono irritare la pelle, infine, si possono preferire le formulazioni cosmetiche in monodose, che spesso non richiedono l’utilizzo di conservanti, o con packaging airless che non solo diminuisce il contatto con l’ambiente esterno ma protegge maggiormente il sistema.

Leggi anche l’articolo Fotoinvecchiamento, cos’è e come combatterlo

WATER(LESS) BEAUTY

Senz’acqua non potremmo avere emulsioni morbide o consistenti da spalmare. Inoltre non sentiremmo tutto l’insieme di sensazioni gradevoli, legate al massaggio sulla pelle, dovute alla progressiva evaporazione, all’aumento della consistenza della crema che man mano sparisce, fino alla sensazione finale di pelle asciutta. Dal punto di vista dell’utilizzatore non è semplice rinunciare a certi tipi di texture a favore di cosmetici diversi, poveri o privi di acqua. Esiste sì una cosmesi anidra, utilizzata fin dall’antichità e composta da prodotti quali oli, burri e cere, così come sono già presenti sul mercato i cosiddetti cosmetici solidi per pelle e capelli, la cui formulazione non prevede acqua o ne contiene in quantità minima (dal 2% al 5%) o che non prevedono l’utilizzo di acqua per il risciacquo. Rimane il fatto che un prodotto waterless è generalmente più complicato da formulare, e questo limita la varietà delle proposte. L’industria cosmetica però si interroga da diverso tempo ed è impegnata attivamente e costantemente per non sprecare questa risorsa vitale.

Per continuare a leggere l’articolo Abbonati alla rivista

Beauty & Technology – Leggi tutti gli articoli  

@pexels.com