Al momento stai visualizzando Meno calorie o meno carboidrati?

Meno calorie o meno carboidrati?

Due sono in genere le “fazioni” delle teorie sul dimagrimento: c’è chi sostiene che per perdere peso sia necessario mangiare meno calorie (e magari muoversi di più), e chi sostiene che è necessario diminuire i carboidrati.

La ragione è parzialmente da tutte e due le parti, anche se il fenomeno del dimagrimento non è così semplice né sistematizzato e soprattutto è molto personale: è infatti oramai accertato che il dimagrimento – così come l’accumulo di massa grassa in eccesso -, sono condizionati da tanti fattori epigenetici (stress, età, profilo ormonale, assetto emozionale, assunzione di farmaci e molto altro ancora) per cui sono tanti i fattori da valutare in ogni situazione.

Daniela Morandi, Nutrizionista e Naturopata

Il fenomeno del sovrappeso o addirittura dell’obesità è comunque legato non solo ad un problema di tipo estetico, ma soprattutto ad uno stato infiammatorio dell’organismo che può sfociare in una serie inquietante di patologie importanti. Ecco perché la ricerca è in continua evoluzione: studi recentissimi stanno rivelando dati sempre più interessanti e dettagliati sul meccanismo molecolare che coinvolge il complesso processo che noi semplifichiamo con i termini di accumulo di massa grassa in eccesso e dimagrimento.

A prescindere dalle diverse teorie, l’accumulo di massa grassa si verifica quando c’è una deregolazione del metabolismo.

Ciò che è certo è che l’interruttore generale del metabolismo è rappresentato dall’AMPK detto anche “Enzima della Vita”

Per comprendere meglio allora cosa può influenzare il dimagrimento (o perché si accumula massa grassa), è necessario ampliare la visuale e cercare di capire cosa possa attivare e cosa invece possa inibire il nostro interruttore generale metabolico, AMPK.

La prima cosa straordinaria che si è capita è che l’AMPK è sotto strettissimo controllo nutrizionale, ossia che i cibi che noi mangiamo sono in grado di influenzare l’attività dell’interruttore generale e quindi di tutto il metabolismo. Questa scoperta è sorprendente poiché per anni si è pensato che l’attività del nostro metabolismo fosse più legato alla genetica che alle nostre scelte alimentari quotidiane.

Considerando da questo punto di vista il problema del dimagrimento, allora comprendiamo che sostenere solo” la necessità di una restrizione calorica o quella della diminuzione dei carboidrati è comunque una visione limitata, anche se le due “fazioni” hanno una parte di ragione: infatti un eccesso di calorie inibisce l’attività dell’interruttore generale AMPK, così come un eccesso di carboidrati. Ma non basta… Valutiamo anche i fattori che attivano l’AMPK. Si è visto dagli studi che è fondamentale seguire un’alimentazione che tenga regolati i fenomeni infiammatori e per poterlo fare, deve avere alcune caratteristiche:
ci deve essere un moderato apporto proteico, perché, se è vero che dobbiamo controllare le calorie per non inibire l’AMPK, dobbiamo preservare la massa magra e soprattutto evitare la fame che ci porterebbe a mangiare in eccesso;
ci deve essere un adeguato apporto di carboidrati (a basso indice glicemico) per evitare picchi insulinici che non solo attiverebbero processi infiammatori, ma scatenerebbero attacchi di fame compulsivi e porterebbero ad un consumo eccessivo di carboidrati (che inibiscono l’AMPK) e richiesta di carboidrati ad alto indice glicemico che continuerebbero ad alimentare il circolo della fame;
è necessaria un’adeguata quantità di grassi, preferibilmente mono insaturi, perché tra le tante funzioni importanti (inclusa quella antinfiammatoria), anch’essi regolano la sensazione di fame;
è importantissima l’integrazione con Omega 3 che permette la sintesi delle Resolvine, ormoni dalla straordinaria attività antinfiammatoria;
fondamentale anche l’apporto di polifenoli che attivano le Sirtuine (proteine anch’esse attive sul metabolismo) che a loro volta attivano l’AMPK.

Siamo macchine perfette, ma complesse come tutti i nostri processi fisiologici e biochimici.

La bella notizia è che il modo in cui ci alimentiamo tutti i giorni può davvero correggere ciò che la genetica non ha “scritto” bene, trasformando così il nostro destino permettendoci di prendere in mano la nostra vita. La notizia meno bella è che quando si parla di nutrizione o diete, spesso vengono dette cose inesatte e soprattutto viene tutto semplificato in maniera eccessiva. Non esiste l’equazione perfetta e la soluzione che vada bene per tutti: siamo piccoli laboratori viventi e andiamo valutati singolarmente. La verità non ce l’ha in tasca nessuno, ma l’importante è tenere sempre i piedi ben piantati nella scienza piuttosto che credere ad approcci seducenti, ma decisamente poco realistici o poco funzionali per la nostra salute.