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Onicofagia

Tra le problematiche che le onicotecniche si trovano a dover affrontare c’è spesso l’onicofagia, un disturbo compulsivo di rosicchiarsi le unghie che coinvolge il 45% degli adulti e adolescenti. La competenza nel trattare le unghie fidelizza la clientela.

L’onicofagia è considerata un “disturbo del controllo degli impulsi”. Appartiene ai tipici comportamenti nervosi e compulsivi quali la suzione del pollice, lo strapparsi le pellicine intorno alle unghie oppure il mordicchiarsi le labbra. L’onicofagia rappresenta uno sfogo eseguito inconsciamente, come risposta ad una forte tensione interna, e si manifesta come una condizione di disagio.

Le principali cause dell’onicofagia sono:
  • Ansia e stress. Il soggetto trae un senso di sollievo momentaneo dallo scaricare nervosismo e preoccupazione mordendosi le unghie.
  • Autolesionismo. In alcune forme più gravi, prevalentemente in età adolescenziale, il soggetto riversa rabbia o aggressività sul proprio corpo anziché verso l’esterno.
  • Noia. La persona ha difficoltà a controllare la noia, per cui tende a manifestarla nei momenti di inattività e di non-azione delle mani.
  • Imitazione. Si comincia in età infantile imitando qualche adulto che fa lo stesso, e poi, con il passare del tempo, questa abitudine semplicemente si protrae.

Ad ogni modo, gli esperti concordano nel considerare questo gesto automatico e spontaneo non un innocuo passatempo, ma una condotta con possibili conseguenze anche dannose per la salute: l’onicofagia può portare infatti al danneggiamento del letto ungueale con conseguente suscettibilità ad agenti batterici; inoltre, se persiste nel tempo, può comportare addirittura la deviazione e la deformazione delle ultime falangi.

Una cliente che soffre di onicofagia è spesso una persona che non ama mostrare le mani, non porta anelli, non gesticola, perché fondamentalmente si vergogna. È una cliente che di solito viene rimbalzata di centro in centro con la solita risposta: “Devi farle crescere di più, poi ritorni ed effettuiamo il trattamento”. In realtà la difficoltà sta proprio nel farle crescere, ed è per questo che ci chiede aiuto!

La cliente onicofagica viene da noi sostanzialmente per due motivi:

Deve partecipare a un evento imminente

Di solito è la sposa o un’invitata importante, oppure per festività, un viaggio o un incontro di lavoro, e spesso chiede di avere unghie belle e lunghe. Informiamola subito sui rischi relativi ad un’unghia lunga su una struttura naturale non idonea, e cerchiamo di convincerla a tornare subito dopo l’evento per accorciare e provare un trattamento curativo che possa nel tempo risolvere il problema.

Vuole far crescere le proprie unghie

Procediamo con una lunghezza raso-polpastrello, ed effettuiamo il ritocco ogni 2 settimane per ripristinare i parametri naturali e portarla poi ad un’unghia normale.

In ogni caso, è importante che l’onicotecnica sappia individuare il livello del problema per poter adottare la metodologia più indicata.

1° STADIO – ONICOFAGIA LIEVE

La cliente tende a rosicchiare solo il bordo libero: in questo caso basta conoscere le regole di applicazione della formina con i relativi tagli e il gioco è fatto! Non ci sono danni né deformazioni alle falangi. Si consiglia una lunghezza corta/media e una forma a mandorla o ovale.

2°STADIO – ONICOFAGIA MEDIA

La cliente, oltre al bordo libero, tende a rodere anche parte della lamina che protegge il letto ungueale: le conseguenze più comuni sono la deformazione dell’ultima falange, il rigonfiamento del polpastrello, il restringimento del letto e dei valli ungueali. Anche in questo caso utilizzeremo la formina, con l’aiuto di 2 tecniche diverse a seconda del rigonfiamento del polpastrello.

  • Tecnica Ponte (in caso di rigonfiamento non eccessivo): si crea un allungamento applicando direttamente il prodotto sul polpastrello e fino alla fine di esso; dopo averlo modellato con la pinzatura si inserisce la formina sotto di esso e si applica la bombatura
  • Tecnica Adesivo + Formina (in caso di polpastrello molto alto): si utilizza lo scotch e si procede con l’applicazione della formina.

Per entrambi i casi si consiglia di mantenere una lunghezza corta/media e una forma a mandorla o ovale.

3° STADIO – ONICOFAGIA GRAVE

In questo caso avremo veramente poco appoggio, per cui si lavorerà posando il prodotto direttamente sul polpastrello e realizzando una struttura in grado di ricreare nel tempo i suoi valli ungueali naturali, così da poter riposizionare i parametri normali di un’unghia.

Si consiglia di lavorare con il prodotto acrilico.

A cura di Alessia Leone –  Absolute Master Educator e Salon Educator Crystal Nail Campionessa Olimpica