Milano Beauty Week 2022: Mabella incontra Ofelia, tutto il resto è storia…
È un venerdì sera – 6 maggio 2022 -, una serata uggiosa, ed è anche il terzultimo giorno della prima edizione di Milano Beauty Week quando la redazione di Mabella saluta Palazzo Giureconsulti, sede principale dell’evento, per imboccare una nuova strada: destinazione Porta Genova, o meglio, Spazio Alda Merini – Casa delle Arti – di via Magolfa, 30. Ofelia ci aspetta proprio lì.
Alda Merini, per tutti noi
Ricordiamo la poetessa milanese Alda Merini, nata il 21 a Primavera, per aver reso la città meneghina un posto migliore attraverso le sue poesie che sanno di sogno, realtà, dolore e sincerità. Quanto è bella la verità che trabocca dalle parole dei testi di Alda, colmi di umanità. Colmi di amore. E di amore libero ha parlato e saputo scrivere con onestà.
“Si dice che Amore nascesse libero e che poi venisse impigliato nei veli di una cetra, anzi nelle sue corde. Ma poiché Amore era tenero e soprattutto era fanciullo le corde gli procurarono ampie ferite.”
Spazio Alda Merini – Casa delle Arti
Rifiorito in un ex tabaccheria, lo Spazio Alda Merini è per sua stessa definizione uno spazio culturale, sempre aperto a tutti, come per Alda “la casa della poesia non avrà mai porte”. Si legge dall’About di spazioaldamerini.com, “A gennaio 2021 è successa una cosa bellissima: il Municipio 6 del Comune di Milano ha assegnato in concessione lo Spazio all’ATS Piccola Ape Furibonda, composta dalle associazioni Cetec, Ebano, Errante, Promise. Così ci siamo unite con lo scopo di creare un hub culturale aperto alla collettività, ricolmo di arte e di poesia per favorire l’empowerment femminile in un’ottica inclusiva e vitale.”
Due piani di cui ogni angolo ci racconta qualcosa di Alda: il suo pianoforte, poster, fotografie, specchi e porte scritti con pennarelli e rossetti, disegni e ritratti, vecchi numeri di telefono e – last but not least – la ricostruzione della sua stanza, nella quale è ancora possibile respirare l’essenza dell’artista. Dal rossetto rosso aperto e abbandonato sul comò, alle sue sigarette Diana Blu consumate e spente qua e là tra un pensiero e l’altro, al romanticismo delle rose secche poggiate sul suo letto insieme ad una borsa e dei vestiti vissuti, fino alla sua macchina da scrivere pronta per essere usata ancora una volta. Un caos (creativo), che ha il suo ordine.
Ofelia Donna delle erbe dentro (e fuori) lo spazio
Uno spazio di memoria, inclusione e condivisione che ospita mostre, progetti artistici e iniziative culturali “nella continua ricerca di bellezza e significato”, due qualità che noi di Mabella abbiamo ritrovato durante la visione dello spettacolo teatrale “Ofelia Donna delle erbe”, tenuto presso lo Spazio dalle 18.00 alle 20.00 di venerdì 6 maggio 2022, in occasione di Milano Beauty Week e con la collaborazione de L’Erbolario. Un momento di teatro “sostenibile” grazie al quale ci è concesso di riconnetterci alla natura e godere delle sue bellezze, ma anche un progetto solidale ideato da CETEC (Centro Europeo Teatro e Carcere) – Dentro fuori San Vittore – la storica compagnia femminile del carcere di Milano che ha dato vita a “Ofelia” grazie alla collaborazione tra la drammaturga Maggie Rose e la regista Donatella Missimilla, con l’attrice storica Gilberta Crispino e tre interpreti di musiche tradizionali inglesi, folk e rinascimentali (Paola D’Alessandro alla ghironda, Gian Pietro Marazza alla vihuela e Gabriele Coltri alla cornamusa).
“Non un semplice spettacolo, ma un’esperienza multisensoriale” che vede come protagonista Ofelia, una figura femminile tipica dell’epoca elisabettiana: la donna delle erbe, la “guaritrice” che raccoglieva erbe e fiori a scopo principalmente curativo, attraverso la quale viene presentato e messo in scena – letteralmente – un lato inedito dell’opera di Shakespeare che svela quanto in realtà la natura fosse protagonista nelle sue opere. La giovane erborista Giovanna, con abilità gender fluid, si traveste da uomo la sera per interpretare il ruolo di Ofelia nella compagnia del Globe Theatre di Londra. È così che ritorna a noi l’antico sapere di cui le nostre antenate erano, e ancora molte delle nostre nonne sono, a conoscenza.
“Ofelia Donna delle erbe sostiene l’emancipazione della donna mettendo in luce la connaturata capacità di partecipare al Creato come nessun’altra creatura vivente” – Anna Maria Pasetti da Red Schoes.
Una competenza, quella “delle erbe e dei fiori”, che il mondo, ormai attentissimo alla sostenibilità e al concetto “green”, deve possedere completamente anche al di fuori del settore della bellezza e del benessere, così da poter offrire all’uomo la possibilità e l’opportunità di vivere in armonia con l’ambiente che lo circonda e la tecnologia che avanza. Macchina, uomo e natura possono e devono con-vivere, non “con-sopravvivere”: forse è questa la sfida del presente e del futuro. E quale miglior modo di riavvicinarsi alla natura se non godendo di un’esperienza estetica come il teatro?
In foto: particolare dell’abito indossato dalla protagonista Giovanna-Ofelia realizzato con tessuti riciclati e vero muschio dalla costumista Barbara Annunziata a testimonianza di quanto il concetto di “sostenibilità” in “Ofelia” passi anche dalla scelta dei costumi.
Potete seguire le tappe di “Ofelia Donna delle erbe” attraverso le pagine instagram @cetecdentrofuorisanvittore – @spazioaldamerini e siti www.cetecteatro.it – www.spazioaldamerini.com