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La dermopigmentazione diventa tridimensionale

Innovative protesi in silicone estremamente realistiche rappresentano un’ottima soluzione per tutte quelle donne che hanno la necessità di trattare, da un punto di vista prettamente estetico, il complesso areola-capezzolo.

Tra i vari campi di applicazione della dermopigmentazione, ce n’è uno molto particolare che mi ha sempre spinto a migliorare, il cosiddetto ‘paramedicale’. La dermopigmentazione paramedicale consiste nel risolvere inestetismi estetici a seguito di interventi chirurgici. In questo ambito rientra il trattamento del complesso areola-capezzolo a cui ricorrono le donne che hanno perso il seno durante la dura lotta contro il cancro. In sostanza il dermopigmentista tatua il capezzolo sul seno ricostruito dal chirurgo e, se è bravo, e utilizza una tecnica realistica: attraverso uno gioco di chiaroscuri e movimenti ad hoc, riesce a rendere il tatuaggio tridimensionale, almeno alla vista. Si tratta di un’illusione ottica davvero molto efficace, grazie alla quale si riesce a recuperare bene l’estetica di una zona molto provata dalla malattia. Le mie dermopigmentazioni mi hanno sempre regalato grandi soddisfazioni sia da un punto di vista professionale sia emotivo. Desideravo però ricreare anche quel volume che non c’era più. In questo modo è nato il progetto, tra i più ambiziosi della mia vita, che ho deciso di chiamare Xtrude, nome che ricorda la parola “estrusione”. Per indagarne il significato, riporto quanto presente nel vocabolario Treccani : “l’estrusione consiste essenzialmente nel forzare per compressione il materiale, allo stato pastoso, a passare attraverso una sagoma (“matrice” o “filiera”) che riproduce la forma esterna del pezzo che si vuole ottenere”.

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Dopo anni di studi e tentativi ho quindi iniziato a realizzare delle protesi in silicone estremamente realistiche, che riproducono fedelmente la forma e la colorazione del capezzolo superstite.

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La nuova sfida era di estrudere le mie dermopigmentazioni, di dar loro un volume, di passare dal piano bidimensionale alla tridimensionalità… dovevo solo capire come fare, ma mi sono messo subito al lavoro per raggiungere l’obiettivo. Dopo anni di studi e tentativi ho quindi iniziato a realizzare delle protesi in silicone estremamente realistiche, che riproducono fedelmente la forma e la colorazione del capezzolo superstite. Grazie a uno speciale collante biocompatibile ad alta tenuta, le protesi possono essere autonomamente fissate al seno. Come si vive con Xtrude?Ovviamente benissimo! La protesi, una volta applicata, rimane fissata sul seno della donna per più di una settimana senza il bisogno di essere mai rimossa. Dopo circa sette/dieci giorni è possibile toglierla con un apposito prodotto, detergere la zona sottostante e rifissare la protesi sullo stesso punto. Tutto rispettando la pelle e senza causare irritazioni, in quanto tutti i prodotti usati dal metodo Xtrude sono assolutamente biocompatibili e atossici. Sono sicuro che questo metodo porterà una grande innovazione e supporto alla chirurgia ricostruttiva e che faccia tanto bene alle donne mastectomizzate, sia da un punta di vista estetico sia psicologico, perché le aiuta a riappropriarsi della propria immagine e della propria identità.

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