Da formulatore sostengo sia le virtù dermo-ecocompatibili che quelle eco-equosolidali di numerosi ingredienti che stanno facendo risaltare l’antica accezione di “bellezza e bontà” così come volevano gli antichi greci. Sono quindi sempre più interessanti molti ingredienti proposti dai fornitori di materie prime, sensibili a questa evoluzione ecologica: penso al burro di Karitè, preziosa fonte di frazione insaponificabile, raccolto e spedito direttamente alle industrie da cooperative contadine africane, la Mica con certificazione del rispetto del lavoro minorile, oppure a oli e burri coltivati in colture non deforestanti e ancora molti altri esempi potrei citare. Mi riferisco, per esempio, al Caffè (grani, fondi esausti), ai pomodori (polpa, bucce e semi), alle olive (acqua di frantoio, foglie), all’Uva (graspi e vinacce), gli agrumi (soprattutto le bucce, ma anche foglie e semi), alle carote e ai carciofi, oggi usati in alimentazione e recuperati come scarti (bucce e gambi), dai mercati ortofrutticoli.