Al momento stai visualizzando Seno. La valle della vita

Seno. La valle della vita

La prima spiaggia a cui il neonato approda, attirato non dalla sua vista (non lo vede) ma dal suo profumo…

Parlare di seno richiama subito alla memoria le due funzioni principali di questo organo connesse anche col significato che comunemente attribuiamo al termine, e cioè: il carattere sessuale secondario e l’importante richiamo sessuale. Se usiamo il termine mammella pensiamo invece alla funzione dell’allattamento, condivisa con i mammiferi.

Fino a qualche decennio fa, queste due funzioni si succedevano lungo la linea del tempo, iniziando la prima con la giovinezza (richiamo sessuale) per lasciare il posto “ordinatamente” alla seconda, dopo matrimonio e gravidanze, dove l’immagine della donna era molto più vincolata di oggi al ruolo sociale di madre.

Questa sequenza temporale di ruoli e funzioni oggi non è più così rigida: le donne fanno meno figli, spesso in età più avanzata, e aumenta la richiesta di continuare nel tempo a possedere un seno che sia un piacere per sé e per gli altri.

Spezziamo una lancia a favore del neonato, ricordando che qualche mese di allattamento è un’esperienza molto importante per il bambino e lascia per lo più deboli tracce sulla mammella…

L’epidermide che ricopre il seno è un tessuto particolarmente sottile.

Contemporaneamente protegge come una delicata barriera e permette l’assorbimento di sostanze spalmate per ragioni estetiche e terapeutiche, perciò non bisogna dimenticare che è una porta aperta al passaggio di ingredienti che potrebbero entrare nel circolo sanguigno e quindi essere nocive per la cliente stessa, e in caso di gravidanza anche per il feto.

Conviene quindi controllare sempre accuratamente la composizione delle creme (se sono creme cosmetiche però nessun rischio né per la mamma, né per il bambino).

Al termine dell’allattamento, parte della ghiandola viene sostituita inefficacemente dal tessuto connettivo e adiposo, e l’esito estetico è di inevitabile “caduta”, anche per il grande stiramento cui la pelle è stata sottoposta.

Che fare?

Innanzi tutto verificare, soprattutto durante l’allattamento che siano assenti oli essenziali e allergeni che rischierebbero di modificare il gusto del latte, poi curarlo, attraverso l’uso sapiente di prodotti emollienti e idratanti per massaggi, e la consapevolezza di limitare l’aumento ponderale durante tutta la gravidanza.

Una dieta sana prevede restrizioni nell’uso eccessivo di grassi, zuccheri e carboidrati, ma senza abolirli, incrementando il consumo di vegetali freschi, ricchi di Vitamine A, C, E, e dal potere antiossidante.

In gravidanza la donna è costretta per mantenersi in equilibrio ad aumentare la lordosi (curva) nella zona dorsale, compensatoria della pancia che sposta in avanti il baricentro; è utile perciò non portare tacchi alti e non comprimere il torace in reggiseni troppo stretti. Nel primo caso si peggiora la circolazione linfatica e venosa, mentre nel secondo si favorisce la predisposizione alle ragadi, spaccature profonde del capezzolo, una patologia molto frequente e dolorosa che può essere prevenuta con l’uso di creme che mantengano la cute elastica e trofica.

Si ricorda che la migliore prevenzione consiste nell’allattare con buon senso: poppate brevi per evitare la macerazione e l’eccessiva trazione del capezzolo. Le ragadi sono il trampolino di lancio di altre più complicate patologie: l’ingorgo e la mastite.

Per l’igiene quotidiana è utile un detergente non profumato per evitare sensibilizzazioni e bagni non troppo caldi, per l’effetto vasodilatante e congestivo. Utili invece le solite spugnature o le docce con acqua fresca, dalla semplice, ma efficace, azione rassodante.

I cosmetici per il trattamento del seno devono agire naturalmente sull’epidermide e non influenzare le ghiandole. La pelle che riveste la ghiandola mammaria è più sottile e delicata rispetto a quella del corpo e quindi necessita di prodotti specifici.
  • Trattamento base: crema seno – gel seno
  • Trattamento urto: fiale – sieri – maschere – patches

Tra gli estratti vegetali troviamo principalmente quelli ricchi in fito-estrogeni, quali salvia, luppolo, kigelia, orzo, soia e riso. I trattamenti in fiale e i sieri possiedono un notevole impatto psicologico e possono essere arricchiti anche di mucillagini vegetali come quelle di malva o di calendula. A proposito di cosmesi vegetale possiamo affermare che oggi è la più in voga.

Gli estratti vegetali più utilizzati oltre a quelli citati precedentemente sono:

  • estratto di kigelia africana (già anticamente la polpa dei suoi frutti era utilizzata come impacco per sviluppare le mammelle)
  • Centella (elasticizzante)
  • Curcuma (antiflogistico naturale)
  • Echinacea (ad azione antijaluronidasica: contribuisce a tonificare il seno)
  • Zenzero (stimolante il microcircolo)
  • Mimosa tenuiflora (ad azione antiage)

Tra gli oli base sono sicuramente indicati quelli di riso e soia ad azione elasticizzante. Tra gli oli essenziali invece, oltre a quello di menta ad azione rinfrescante, vengono consigliati quelli di ylang- ylang e di geranio.

Insomma…morbido, rotondo, pieno, accomodante, invitante, amato, odiato, a volte ridotto o, più spesso, gonfiato chirurgicamente. Comunque sempre in primo piano, sempre protagonista. Un po’ per la posizione, un po’ perché è parte integrante della sfera psicoemotiva e dell’idea stessa di femminilità, di maternità e, non ultimo, di erotismo.

Che cosa non si farebbe per averlo sempre bello, tonico, svettante: in poche parole seduttivo. Che non significa, necessariamente, oversize. Non si deve confondere l’abbondanza con la seduzione, che è soprattutto armonia e proporzione.

Ogni seno, orido o a “coppa di champagne” è unico e caratterizza quanto il colore degli occhi e la forma del naso.

Quello che più conta, dunque, non sono le dimensioni, ma la tonicità.

Ed è proprio su questo fattore che si può intervenire con sistemi dolci e alternativi alla chirurgia per combattere i nemici numero uno del seno: il suo stesso peso e la forza di gravità, ovvero i responsabili della perdita di tono cui va incontro, con il passare del tempo.

Accade perché, per costituzione, il seno è privo di muscolatura propria. I suoi unici sostegni, infatti, sono i pochi e deboli legamenti che lo ancorano ai muscoli pettorali e il tessuto cutaneo che lo riveste e che risale fino al collo.

Ecco perché, per sostenere il seno, dal più prorompente a quello adolescenziale, occorre irrobustire i pettorali e mantenere la pelle del décolleté giovane ed elastica il più a lungo possibile. Come?

Con cure quotidiane e con cosmetici specifici tonificanti da applicare non solo sul seno, ma anche sul décolleté, facendoli assorbire con delicati massaggi circolatori che seguono la forma delle mammelle e risalgono fino al collo.

Maschere, impacchi, spugnature e idroterapia devono poi completare i vari protocolli. L’Estetista è importantissima, sia per le cure estetiche sia per il ruolo di “sentinella della salute” che attua ogni volta che le sue mani toccano il seno durante un massaggio. E come si può immaginare salvare delle vite.

Leggi tutti gli articoli del Professor Umberto Borellini