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Cosmetica healthy-aging

– DI MAGDA BELMONTESI

Letteralmente “cosmetica sana” che parte da uno stile di vita sano, che nasce da un concetto ancora più ampio: quello di “healthy life” che raggiunge aspetti diversi, ma collegati.

MAGDA BELMONTESI Docente Agorà Scuola post-universitaria di Medicina Estetica

Parliamo di Healthy Beauty, di uso sano di prodotti cosmetici, cosa diversa dall’uso di cosmetici “sani” concentrandoci sull’utilizzo, moderato e consapevole, per apparire al meglio e mostrare la nostra bellezza naturale, non per creare la maschera di una persona che non esiste. Parliamo di Healthy Food come alimentazione salutare ed equilibrata, di cibi che fanno stare bene e sentire bene, che saziano e sono nutrienti, che ci rendono felici.

Parliamo di Healthy Body attività fisica, sport e movimento come pratica sana, che fa bene al corpo e alla mente senza l’ossessione dell’apparire, ma con focus sull’essere. E per parlare di tutto questo, iniziamo a conoscere e ad approfondire cosa sia la dermocosmesi. La dermocosmetologia è una scienza che valica i confini tra bellezza, benessere e salute. Concetti, peraltro, che in un futuro sempre più prossimo tenderanno a coincidere.

I cosmetici rappresentano oggi beni di prima necessità, indispensabili per risultare gradevoli, ma soprattutto per condurre una vita sana.

Requisiti come sicurezza, efficacia, gradevolezza e naturalezza, parametri su cui si costruisce la qualità di un cosmetico, non sono più sufficienti. Nel settore cosmetico, innovazione e tecnologia rappresentano un elemento di grande rilevanza: l’innovazione di prodotto è imprescindibile. E nella corsa verso attivi sempre più performanti, le “invasioni di campo” vanno assottigliando il confine tra cosmetico e farmaco, sebbene questa labile frontiera sia disciplinata dalle norme vigenti. Un prodotto formulato con sostanze in grado di oltrepassare la barriera epidermica, verosimilmente è in grado di agire nel derma. Ne consegue che è plausibile che entri nella circolazione sanguigna e, come tale, che sia assimilabile a un farmaco.

Il derma rappresenta un limite teorico che ci siamo imposti in assenza di una proposta migliore. Un imbarazzo che gli americani hanno bypassato con un neologismo: il cosmeceutico. D’altronde, per combattere inestetismi originati nel derma, l’obiettivo è raggiungere la sede all’origine della problematica. Rincuora, comunque, la consapevolezza che, al contrario dei farmaci, che possono dare effetti collaterali a seconda della quantità di sostanza farmacologica, i cosmetici possono avere una “dose-risposta”, anche a basse concentrazioni, in ogni caso non nociva alla salute.

L’ottimizzazione dei risultati di un cosmetico dipende anche dalle condizioni della pelle, la quale non si lascia facilmente penetrare. Ma facciamo un po’ di chiarezza sui meccanismi di azione: l’assorbimento cutaneo consiste nella penetrazione, ossia nel passaggio materiale di una sostanza attraverso i vari strati cutanei fino ad arrivare ai vasi capillari. In campo cosmetico questo non dovrebbe accadere, in quanto i cosmetici non devono avere effetto terapeutico e di conseguenza non devono arrivare al sistema circolatorio. Tuttavia, in pratica alcune sostanze vi arrivano. In ogni caso, diversi fattori, anche pratici, incidono sull’assorbimento del cosmetico.

Un’altra questione apparentemente banale a cui spesso non diamo il giusto peso è: quanto cosmetico applicare? Per le creme cosmetologiche di uso comune, si può fare riferimento a un’unità di misura, mutuata dalle posologie delle creme dermatologiche: la “finger tip unit”, cioè la quantità contenuta sulla prima falange del dito indice, corrispondente a circa mezzo grammo, da moltiplicare per l’area corporea interessata.

Ancora: il layering cosmetico può davvero funzionare? Da un punto di vista meccanico certamente: la cute può essere penetrata da più molecole purché siano di dimensioni idonee. Naturalmente va fatto con criterio, ossia con la logica di ottimizzare l’azione di attivi diversi che agiscono in sinergia e non a caso. Di giorno, ad esempio, ha senso usare prima un siero antiossidante, poi il trattamento abituale e di seguito la protezione solare, in questa precisa sequenza.

Infine, ci si dovrebbe chiedere in che modo il nostro stile di vita possa inficiare l’efficacia di un cosmetico. Spesso, infatti, dietro l’inefficacia di un trattamento si nascondono errori nell’approccio. Ad esempio, l’utilizzo di detergenti troppo aggressivi nel trattamento di una pelle grassa e a tendenza acneica può determinare un aggravamento della situazione per effetto “rebound” (rimbalzo), riducendo l’efficacia dei prodotti sebo normalizzanti. Per quanto riguarda lo stile di vita, le implicazioni sono ancora più evidenti: un’eccessiva esposizione solare riduce l’efficacia dei trattamenti anti-età, l’alcol e l’alimentazione ricca di spezie riducono l’efficacia dei prodotti dedicati al trattamento delle couperose. E gli esempi potrebbero continuare.