Una primavera e un’estate all’insegna di cosmetici più ecosostenibili e rispettosi della pelle grazie alla fermentazione, una tendenza che viene dall’Asia e che sta conquistando il settore della cosmesi.
La cosmesi guarda alla sostenibilità e così gli ingredienti fermentati diventano uno dei trend dell’estate 2022 grazie alla loro capacità di preservare la flora microbica naturale della pelle, il microbiota, e di tutelare il pianeta attraverso l’utilizzo di fonti vegetali che rendono questi prodotti green e cruelty free. I cosmetici con estratti fermentati utilizzano un processo naturale già noto in ambito alimentare che negli ultimi anni si è diffuso anche nel settore della cosmesi: la fermentazione, che grazie all’azione di batteri, lieviti e microrganismi rende questi ingredienti più efficaci e compatibili con la pelle. In particolare, grazie alla fermentazione si può ottenere un potenziamento dei principi attivi dovuto alla maggiore biodisponibilità dei nutrienti e un aumento del contenuto di antiossidanti, enzimi, vitamine e peptidi che rendono gli ingredienti fermentati protagonisti di molte creme per il viso, tonici e sieri antiage.
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Efficace sulla pelle, ma non solo, la fermentazione applicata ai cosmetici ha un impatto positivo anche sulla sostenibilità. Le sostanze ottenute attraverso la fermentazione di materie prime vegetali (rinnovabili), invece che con processi chimici da fonti fossili, possono ridurre l’impatto ambientale dei cosmetici, in risposta alla crescente attenzione dei consumatori verso questi temi. Un’indagine della rivista tecnico-scientifica Cosmetic & Toiletries ha stimato che il mercato globale dei cosmetici fermentati raggiungerà un valore di 78.2 miliardi di dollari nel 2025.
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L’associazione no profit NATRUE, che oggi vede sotto il suo marchio di certificazione più di 6.400 prodotti, sostiene e promuove i metodi fermentativi. Grazie a un rigido standard che consente di certificare prodotti e ingredienti a base di ingredienti naturali, biologiche e prive di OGM, nonché l’impiego di processi di approvvigionamento e di packaging sostenibili, l’associazione opera per arginare il fenomeno del greenwashing, la tendenza a dichiarare naturali e biologici prodotti che in realtà non lo sono.
“In un settore che si evolve in fretta sotto la spinta della maggiore richiesta di prodotti naturali e biologici da parte dei consumatori, il nostro marchio si impegna non solo ad affiancare i brand ad ampliare l’elenco di prodotti certificati, ma anche a divulgare e far conoscere tendenze e soluzioni efficaci che tutelano l’ambiente e la salute delle persone. In questo senso la fermentazione offre una grande opportunità di innovazione per il settore e rappresenta un’ulteriore strada verso la sostenibilità”, ha commentato Mark Smith, Direttore Generale di NATRUE.
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