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Shopping: una terapia che ci fa stare bene

Siamo soliti pensare allo shopping in maniera negativa, perché implica un dispendio economico che talvolta può sfociare in una difficoltà ad acquistare con moderazione fino ad arrivare allo shopping compulsivo e fuori controllo. Ma con la giusta attenzione, può diventare una vera e propria terapia per l’umore!

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Lucia Mazzitelli - Psicologa

In un’epoca consumistica tutti noi sperimentiamo lo shopping non più come un comportamento finalizzato a procurarci bisogni materiali, ma come un vero e proprio atto ricco di significati psicologici, sociali e relazionali. Dal punto di vista psicologico, fare shopping produce uno stato di benessere emotivo seppur in modo temporaneo. Questo accade perché a livello fisiologico, procurarsi qualcosa di desiderato è in grado di attivare i circuiti di produzione e rilascio della Dopamina che, tradotto in termini psicologici, porta un senso di gratificazione e benessere temporaneo. Di per sé recarsi a fare shopping in un negozio implica la possibilità di interagire con altre persone e soddisfare il bisogno di contatto sociale, se fatto in compagnia lo shopping consente di stare in relazione con altre persone, scambiarsi opinioni, scambiarsi riconoscimenti, ampliare le proprie conoscenze e questo produce benefici sul nostro umore. Anche scorrere il sito e-commerce preferito ha un effetto calmante sebbene avvenga davanti ad uno schermo e in assenza di contatto con altre persone.

Shopping come terapia

Scegliere tra i vari prodotti e fare acquisti in maniera ponderata permette di aumentare la percezione personale di poter controllare e agire per cambiare gli eventi della propria vita, di contro, quando siamo avvolti da una nube tristezza siamo meno lucidi e ci sentiamo meno fiduciosi nelle capacità personali di poter agire e modificare quello che ci accade. Dunque, fare shopping può essere terapeutico proprio poiché in grado di agire su più livelli anche se gli effetti prodotti hanno efficacia temporanea. Se in generale la cosiddetta retail therapy è da ritenersi positiva ed efficace a farne la differenza con un comportamento disfunzionale sono la quantità, la caratteristica degli acquisti e quanto questo incide sulle nostre abitudini e possibilità finanziarie. Lo shopping compulsivo come soluzione temporanea a uno stato di malessere rientra tra le dipendenze, proprio perché comportamento maladattivo e patologico. In quanto tale richiede un’attenzione specifica e un percorso terapeutico, poiché come ogni comportamento disfunzionale nasconde un carico notevole di malessere che richiede approfondimento. Talvolta siamo poco a contatto con il nostro mondo interiore e poco consapevoli delle nostre emozioni o dei fattori scatenanti quelle emozioni. Il nostro organismo ci spinge ad adottare forme di autocura istantanee e meno dispendiose possibili, sebbene si dimostrino efficaci solo nell’immediato. Dietro lo shopping compulsivo si nasconde il bisogno di sollievo da uno stato di malessere persistente non compreso totalmente anche dalla persona stessa. Ma come trarne tutti i vantaggi possibili dallo shopping evitando di incorrere in spese insensate?

I consigli per uno shopping sano e divertente

Stare nel presente, cogliere le sensazioni e ascoltare le emozioni che ci accompagnano in questa attività piacevole. E ancora:

  • approcciarsi con curiosità e non auto critica, lasciarsi coinvolgere dai colori, luci, suoni e profumi dell’ambiente circostante;
  • definire il budget personale e assicurarsi acquisti personalmente sostenibili;
  • essere flessibili e concedersi acquisti per togliersi qualche sfizio o semplicemente perché acquistare è gratificante;
  • cogliere i vantaggi di un confronto o consulenza professionale con le persone addette alla vendita. In ultimo, è sempre meglio preferire lo shopping reale e non virtuale come attività che coinvolge il corpo e facilita le interazioni con gli altri, quindi andare in negozio fisicamente oppure curiosare tra i mercatini locali, ancora meglio se in compagnia per godersi la presenza di persone importanti.