Per il settore cosmetico il 2021 è stato l’anno che ha, ancora una volta, ribadito la capacità di reazione del comparto e il suo sapersi adattare alle evoluzioni del mercato. Un anno chiave in particolare per i canali professionali dopo le forti restrizioni dovute alla pandemia
Come da tradizione il Rapporto Annuale, pubblicato da Cosmetica Italia in concomitanza con la propria Assemblea dei Soci (tenutasi lo scorso 29 giugno, ndr), segna un momento chiave per approfondire valutazioni statistiche ed economiche, ma soprattutto analizzare le caratteristiche del settore cosmetico in un preciso momento storico.
La 54esima edizione del rapporto si inserisce in un contesto quanto mai in divenire: le trasformazioni socioeconomiche influenzano non solo il nostro paese, ma l’intera comunità mondiale, e di conseguenza condizionano le dinamiche a cavallo tra il 2021 e il 2022, oltre che le prospettive sul medio-lungo periodo.
Lo scorso anno il Rapporto aveva raccontato gli effetti della pandemia sul settore cosmetico; questa edizione evidenzia innanzitutto la pronta ripresa sia dell’industria che del mercato cosmetico nel corso del 2021. Lo testimoniano i numeri che indicano la salute di un comparto in grado di ribadire la propria resilienza alla crisi economica, la propria reattività e propensione all’adattamento alle mutate realtà di acquisto: la produzione, infatti, è cresciuta di quasi 10 punti percentuali, superando gli 11,8 miliardi di euro, mentre l’export ha oltrepassato i 4,8 miliardi con un +13,8%. Anche il mercato interno è orientato al recupero con un valore superiore ai 10,6 miliardi di euro, in crescita dell’8,8% rispetto al 2020.
Proprio in riferimento al mercato interno va sottolineato come la pandemia abbia accelerato la contaminazione tra canali classici e nuove forme distributive: l’e-commerce, ad esempio, è sempre più integrato nei canali tradizionali con un reciproco scambio tra online e punto vendita fisico (e viceversa) negli atti di acquisto.
Il 2021 è stato poi l’anno del rimbalzo positivo per i canali professionali.
Dopo le prolungate chiusure imposte durante i lockdown, saloni di acconciatura e centri estetici si sono avviati verso la ripresa. In particolare, i centri estetici hanno registrato un aumento delle frequentazioni, e quindi dei consumi, dopo la battuta di arresto dovuta alla pandemia, segnalando a fine anno una crescita del 25,2% per un valore complessivo dei consumi nel canale pari a 211 milioni di euro. Sono diversi i fattori che hanno contribuito a questo risultato: in primis, è stata fondamentale la spinta orientata alla formazione e all’aggiornamento dei centri estetici stessi, supportata dalle attività volte all’innovazione proposte dall’aziende che si sono al contempo dimostrate attente alla rimodulazione della distribuzione e alle nuove aree di trattamento e benessere. È stato inoltre importante ascoltare le rinnovate esigenze dei consumatori in materia di qualità del servizio, di chi lo pratica e dell’ambiente in cui viene erogato. La ripresa delle frequentazioni dei saloni ha portato con sé anche alcune rivisitazioni dei servizi proposti; si sono ad esempio registrate richieste più marcate per i servizi nel campo del dimagrimento e dei percorsi benessere, un segnale di come il consumatore, dopo i periodi di lockdown, desideri affidarsi ai professionisti dei centri estetici per la cura di sé. Una diversificazione dell’offerta, grazie a trattamenti sempre più moderni e innovativi, sostenuta da un costante aggiornamento dei professionisti, è senza dubbio un fattore che risulterà determinante per continuare ad attrarre la clientela e portare il canale verso un pieno e completo superamento della crisi generata dalla pandemia. Tanto nei canali professionali quanto nell’intero comparto, la direzione è quindi orientata all’assorbimento delle difficoltà dello scenario e della situazione macroeconomica, proiettandosi nell’investimento in nuove attività di ricerca e di sviluppo in grado di mantenere alti livelli di competitività e offerta.