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Non dimentichiamo l’aspetto ludico della faccenda

Essere belli o più belli aiuta sicuramente a stare meglio, a sentirsi più felici. Ma non prendiamoci troppo sul serio. Il trucco è un’invenzione meravigliosa, un giocattolo per grandi, imprevedibile e infinitamente vario, per il quale l’unica regola che conta è avere voglia di giocare.

Oggi sappiamo che per una donna è più facile essere bella: bastano un minimo di buon gusto, astuzia, intelligenza e, soprattutto, un sano e sincero desiderio di migliorarsi. Una donna, non bellissima, può puntare sul fascino di una chioma fluente, da esibire con charme, o di belle gambe da “offrire” o lasciar scoprire…. e poi un modo di muoversi, di atteggiarsi e così via. Non di secondaria importanza sono la simpatia, la cultura, il sex-appeal e un certo non so che di magico, tale da far dimenticare certi piccoli difetti ed evidenziare solamente i lati migliori.

Col trucco, si ottiene molto (a volte moltissimo): alcuni gravi inestetismi, apparentemente irrisolvibili, possono venir cancellati o notevolmente alleggeriti, altri, sebbene meno evidenti, non riusciamo nemmeno ad attenuarli.

Col trucco si disegna una “nuova facciata” su quella reale e, perché quella nuova sembri credibile, bisogna che essa prevalga su quella originale, agendo sulle “forme”, sui volumi e sul colore.

Guardate intorno a voi, ispiratevi e imparate ad attingere liberamente da tutto ciò che può contribuire a costruirvi una “nuova identità” in esclusiva.

Perché sostenere, ottusamente, che la tal forma di naso, ad esempio, è fuori dalla norma o quella pelle, troppo chiara o troppo scura. Così facendo il nasino all’insù diventa sicuramente il più bello: il principe azzurro alto, biondo e con gli occhi azzurri; i cattivi piccoli, brutti e neri. Dimenticando che Grimilde, per il cui viso i disegnatori si ispirarono a Greta Garbo, era di gran lunga più attraente di Biancaneve: l’una bella e affascinante, l’altra semplicemente carina.

Giocate con il vostro volto scoprendo le vostre facce “nascoste” come hanno fatto le star della moda e della musica: le mille facce di Madonna, di Linda Evangelista, di Anna Oxa e quanti look ha cambiato in passato la Mina dei grandi show televisivi: il nemico peggiore è l’assuefazione.

Ciò che costituisce i tratti essenziali di un “look” sono il colore e il taglio dei capelli, la tonalità (chiara o scura) della pelle e delle labbra, il disegno delle sopracciglia e, naturalmente, il colore degli occhi. Ed è proprio qui che bisognerebbe cercare nuovi accostamenti.

Una rossa o una bionda artificiale alle quali in genere si addicono tonalità calde, potrebbe acquistare maggior fascino indossando lenti castane o giallo occhio di tigre: meno ovvie delle verdi o azzurre, le lenti castane si sposerebbero meravigliosamente con un maquillage e un’acconciatura sui toni del miele.

Per non parlare di un look esotico, mediorientale ispirato alla cultura indiana, araba e dell’Asia minore. Cosa c’è di meglio di una scelta in tono (lenti marroni) o di “rottura” (lenti verdi).

Al tempo stesso una bionda “fredda” viene valorizzata da un look glaciale, lenti a contatto comprese (Ma, per carità, non intonatele all’ombretto bensì alla dominante tonale dell’intero viso). E di una mora dalla pelle bianchissima con sopracciglia folte e lenti blu-viola, cosa ne pensate? Per un ulteriore “tocco di classe” potreste fare il verso a Mekhi Lucky, indossando una lente di colore diverso per insinuare il dubbio negli osservatori più ortodossi: “Ma sono proprio diversi o lo sembrano solamente?”

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