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Polvere di stelle

Si legge NEBU, significa ORO, il geroglifico egizio sotto all’immagine di apertura di questo servizio. Oro sulle palpebre e non solo, oro per illuminare le feste in arrivo. Con i glitter si possono ottenere maquillage bellissimi e dai mille riflessi.

Da parecchi anni il look translucido resiste tenacemente. Certo è che vedere quei visi opalescenti di certe fotografie, evoca un mondo fatato. Oggi tra ombretti galaxy, super iridescenti non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Tuttavia quei bellissimi riflessi sono difficilmente riproducibili nella realtà: l’incanto del trucco lucido, visto “fuori luce” svanisce nel nulla perché la magia si accende quando luce, modella e camera sono in asse: se uno dei tre elementi non lo è, tutto svanisce. Ecco spiegato il motivo per il quale questo genere di effetto non è possibile ottenerlo nella vita normale.

Ma non rattristiamoci. Se l’effetto translucido è solo per la fotografia, l’uso dei glitter consente di creare maquillage siderali anche fuori dal set, magari in occasioni del tutto speciali e perché no, in occasione dei festeggiamenti di fine anno.

I primi glitter “famosi” furono usati in “Cleopatra” di L. Mankiewiz con Elizabeth Taylor. Il film del 1963 è stato il più grande Colossal e altrettanto colossale fu il guardaroba della Taylor; favolose le acconciature del parigino Alexander e il trucco di Alberto De Rossi, innovativo e spettacolare tanto da aver fatto epoca.

Da quel momento, infatti si è cominciato a parlare di trucco egizio come di “occhi disegnati a coda di rondine”, alludendo ai favolosi maquillage creati appositamente per Elizabeth Taylor: glitter a profusione oro, argento, viola, azzurro e turchese ed ombretti altrettanto stupefacenti.

Per non parlare delle “code”, con le quali De Rossi terminava il trucco degli occhi sfiorando le tempie dell’attrice: con linea sfilata, aperta a coda di rondine, tronca o terminante a triangolo riempito di glitter, il tutto in uno sfavillio di colori degno di un fuoco d’artificio. Un trucco senza precedenti, insomma!

Fu poi la volta delle palpebrone silver di Audrey Hepburn in “Come rubare un milione dollari”; il trucco era sempre di De Rossi, così come quello eseguito su Virna Lisi con eye-liner e glitter.

Con alti e bassi, a seconda dei capricci della moda, i glitter sono sempre stati usati. Dopo un decennio di letargo dalla fine degli anni ’70 fino alle soglie dei ’90, tornarono alla ribalta. I glitter di oggi sono più sottili, di quelli usati nel ‘60 e sono disponibili in una infinita gamma di colori.

Un po’ di tecnica

Coi glitter, si possono inventare fasce di colori o disegni metallici. In commercio si trovano mescolati con gelatina ma non sono indicati per saturare una superficie precisa. Noi professionisti preferiamo quelli in polvere da utilizzare come segue:

  • Metodo 1. “Spolverare” una zona del viso o del corpo senza ricoprirla totalmente, in modo da ottenere un effetto di riflessi irregolari e cangianti. Li potete fissare con un fissatore spray per il trucco. Ricordate che i brillantini che non riflettono la luce appariranno come piccolissimi punti scuri.
  • Metodo 2. Se volete metterli sulle palpebre, rinforzate il maquillage, poiché la presenza di una forte zona luminosa sbiadirà notevolmente l’intensità del trucco. Scegliete un colore di fondo simile a quello dei brillantini: un cosmetico qualsiasi andrà benissimo. Applicatelo e incipriate. Con un pennello passate un po’ di gelatina per capelli, con l’altro, appena unto di vaselina o di lucidalabbra, prelevate e poi applicate i brillantini che avranno aderito al pennello grazie appunto alla vaselina. Per piccole superfici potrete applicare il gel su tutta la parte; diversamente vi converrà suddividere la parte in zone per evitare che la gelatina si asciughi prima che abbiate il tempo di applicare i brillantini.

Oltre ai brillantini in polvere, sono molto utili anche le pietre sintetiche.

Impiegate dai costumisti per impreziosire i vestiti o per la fabbricazione di gioielli finti, e quei ritagli di plastica lucida a forma di stelline o lunette anch’esse usate per i vestiti o per i capelli.

Si incollano appoggiandole con una pinzetta sulla pelle opportunamente preparata con un minimo quantitativo di colla bianca (lattice per ciglia finte) che è facilissimo da asportare con acqua tiepida.

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