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Beauty sick, quando la perfezione diventa ossessione

Speciale Obiettivo Benessere

In alcune persone il pensiero di un’imperfezione non è una cosa semplice da superare. Prende il posto di altri pensieri, occupa la mente, genera emozioni spiacevoli di paura, disgusto, tristezza. Ecco che la ricerca della perfezione estetica si trasforma in ossessione.

Quante volte oggi ti è capitato di guardarti allo specchio e notare qualche piccola imperfezione, sul tuo viso o nella tua forma fisica? Magari lì per lì gli hai dato importanza, hai guardato più volte la tua immagine riflessa allo specchio, da più angolazioni, sotto diverse luci. Ti è capitato di accorgerti di qualcosa del tuo aspetto che non ti piace, ma poi hai continuato le tue normali attività, ci hai pensato un po’ e poi il pensiero di quell’imperfezione è finito nel dimenticatoio, ha lasciato spazio ad altri pensieri, magari con la promessa di migliorare l’immagine che lo specchio ti rimanda. Per molti non è così. L’imperfezione genera pensieri ed emozioni che si nutrono a vicenda in un circolo vizioso, fino a che il pensiero di essere imperfetti diventa preoccupazione su come si appare agli occhi degli altri, dissesta l’autostima, diventa ossessione e compromette le relazioni sociali. Certo viviamo in un’epoca storica nella quale la perfezione estetica viene ostentata, su tutti i canali di comunicazione (tv, riviste, social medie) vediamo volti e corpi perfetti e ne veniamo quotidianamente influenzati, ma il solo confronto con i canoni estetici proposti socialmente non è sufficiente a generare il disagio profondo che si cela dietro alla ricerca ossessiva di perfezione corporea o dietro alla percezione distorta del proprio corpo.

Lucia Mazzitelli, psicologa

Raggiungere lo stato di salute, prendersi cura di sé stessi, voler apparire piacevoli per sé e per gli altri è diritto di ogni essere umano ed è espressione di amor proprio.

Curare l’aspetto esteriore è necessario ad ogni individuo. Attraverso il nostro corpo interagiamo con gli altri e con la nostra immagine comunichiamo al mondo qualcosa di noi. Diverso è quando la cura e la ricerca di perfezione per il proprio aspetto assume le priorità della persona, quando il pensiero distorto di essere imperfetti è pervasivo, affligge il piano emotivo, cognitivo e quindi relazionale della persona, portandola a chiudersi ed evitare il contatto con gli altri. In questa specifica circostanza parliamo di disturbo di dismorfismo corporeo che si caratterizza per una preoccupazione eccessiva relativa ai difetti o imperfezioni del proprio aspetto corporeo che viene visto come “non attraente”, “brutto”, “non normale” o addirittura “deforme” alle quali seguono comportamenti dannosi per la salute e una compromissione del funzionamento lavorativo e sociale. Le preoccupazioni possono essere focalizzate su una sola area del corpo oppure su più aree. Le più comuni si riferiscono alla pelle, ai capelli e ai peli che ricoprono il nostro corpo (per eccessiva peluria facciale e corporea o diradamento dei capelli) oppure per le dimensioni e la forma del naso, delle orecchie e degli occhi. Possono anche riguardare le proporzioni corporee, che vanno dalla forma del viso alle parti del corpo, nelle donne può riguardare anche il seno visto come troppo piccolo o troppo grande. La persona per fare fronte alle preoccupazioni metterà in atto strategie adattive disfunzionali come eccessivi comportamenti ripetitivi o azioni mentali che non sono piacevoli e aumentano lo stato di ansia e disagio relazionale. Tra i comportamenti ripetitivi troviamo il confronto costante del proprio aspetto fisico con quello degli altri e lo specchiarsi in maniera ripetitiva, controllare il proprio aspetto fisico in modo eccessivo e ripetitivo.

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Dedicare molto tempo alla cura di sé attraverso la chirurgia estetica, trattamenti estetici professionali o fai da te, camuffare le imperfezioni con il make-up e preoccuparsi di farsi vedere dagli altri sempre in perfetto ordine, in molte donne troviamo anche la necessità di coprire il viso con gli stessi capelli. Il corpo imperfetto può essere sottoposto ad esercizio fisico eccessivo, trattamenti solari, o coperto con gli indumenti. Come specificato, la cura e l’attenzione per il proprio aspetto fisico è una delle sane abitudini, diverso è quando la cura eccessiva deriva da uno stato di ansia e preoccupazione che compromettono il benessere fisico psicologico e sociale della persona. Il disturbo da dismorfismo corporeo insorge in adolescenza, come è intuibile, a seguito dei cambiamenti corporei che lo fanno percepire come disarmonico. Tendenzialmente le donne ne sono più esposte rispetto agli uomini.

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COSA FARE

Quando in ambito professionale o tra le persone a noi vicine notiamo la presenza di un disagio relativo alle percezioni corporee, possiamo intervenire accogliendo, non giudicando, aiutando la persona a esprimere il proprio malessere emotivo e la fatica che ne consegue. È bene sostenere e spronare a chiedere aiuto a un professionista che lo guidi verso la comprensione delle cause del disagio e lo accompagni a trovare equilibrio, andando verso l’accettazione del proprio corpo in costante evoluzione, imparando a volgere verso di sé uno sguardo amorevole, di non giudizio e confronto con i modelli estetici proposti dai media.

www.luciamazzitellipsicologa.it

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